Memento - Con una fantasia macabra e bestiale, gli
endecasillabi di Tarchetti contrappongono morbose immagini di morte al prediletto del gusto romantico, l'idealismo amoroso.
Anche dietro due labbra profumate si
celano gli spigoli della morte. Anche amore e seduzione finiscono per
ribaltarsi in una terribile e ripugnante visione di decomposizione: "Memento mori" , sembra reiterare il testo in una costante antinomia tra la vita e la morte...
Quando bacio il tuo labbro profumato,
cara fanciulla, non posso obbliare
che un bianco teschio vi è sotto celato
Quando a me stringo il tuo corpo vezzoso,
obbliar non poss'io, cara fanciulla,
che vi è sotto uno scheletro nascosto.
E nell'orrenda visione assorto,
dovunque o tocchi, o baci, o la man posi,
sento sporgere le fredda ossa di un morto.
Iginio Ugo Tarchetti - Poeta, scrittore e giornalista, nasce a San
Salvatore Monferrato nel 1839. Dopo gli studi tra Casale e Valenza e l'arruolamento nell’esercito, si avvicina agli ambienti della scapigliatura stringendo
amicizia con lo scrittore Salvatore Farina e penetrando nei
salotti del fermento milanese.
Tarchetti è uno scapigliato, un borghese militare
che rinnega la sua culla con lo scalpore della morte, dell’alcol, di storie d’amore
malate e pregne di mortale disperazione. Come quella con l'epilettica Carolina, che ispirerà probabilmente il celebre
romanzo Fosca.
Ammalatosi presto di tisi, Iginio muore di una
febbre tifoide nel 1869 affianco a Salvatore Farina.
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