Aspettando il compagno Babbo Natale
"La notizia dell'anno è quella dei traffici fra coop e malviventi. Ma chi segue, come me, da 40 anni la storia della Sinistra, e ne fa parte, seppure in posizione 'eretica', sa bene che la notizia è più antica e più profonda: le grandi cooperative sono intrinsecamente luoghi di favoritismi e di voto di scambio, nonché agenti per la progressiva rovina degli operatori economici più deboli. Ma di questo non si parla, se ne parlerà?
Intanto, Babbo Natale ha ampiamente scavalcato a Sinistra il PD ed i suoi reggicoda.
Con questa poesia un po' cialtrona, ed anche volutamente qualunquistica (una 'pasquinata') mi congedo da questo splendido anno di Tutùm, augurandoci a tutti un anno ancora migliore. E a tutti, un augurio sincero di rivoluzione, con il nostro leader attualmente più credibile: Babbo Natale".
Le velleità dell'uomo di Sinistra
di trasformare quello che non vale,
cantava Giorgio Gaber d'emozione ...
"Chi era contro era comunista!".
Però qualcuno aveva la gran fissa
di trafficare in tutto lo stivale:
le coop, Biennelle, Buzzi-cone,
compagni in malaffare, tutti in pista!
Adesso per paura della gogna,
alzate anche la voce e ve viè male:
l'integrità, la moralizzazione?
Grattatevi per bene questa rogna!
Di rosso v'è rimasta la vergogna,
credibile è di più Babbo Natale.
Se un giorno ci sarà rivoluzione,
vi troverà nascosti in una fogna.
Gianfranco Domizi
Canzone di Natale
In procinto delle feste, mi sono accorta che a casa mia non c'è nemmeno una pallina di Natale, che non ho fatto shopping natalizio, che non mi va di farlo. Mi sono accorta che in fondo non ho veramente pensato ai regali né alla cena né alla briscola: ho pensato solo a quando ero piccola. Ed è su queste note che vi regalo la mia poesia di Natale...
Quando viene dicembre, ingrigito il sole
langue.
Le strade sembrano specchiere stanche,
a illuminarle
qualche elettrico riverbero brillante.
S’è freddato il vento mite delle annate
che ci videro più giovani ed illuse,
è il dicembre delle cose dipartite
sul tuo volto si son schiuse piaghe e rughe.
E dentro a quelle rughe e piaghe
giuro
io vorrei passarci pomeriggi interi.
Per sapere come fare e trattenerti,
per scaldare inverni vivi e veri.
Ma è già tardi
e così, tu m’abbandoni senza cibo
né catene
sotto al lampo d’una luce stropicciata.
In balìa di giorni morti e dissepolti
io ti voglio e non ti voglio
e se ti voglio
non lo so.
JungleGiuls
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