Lontano
lontano... - All'esplodere
della Prima guerra del Golfo Franco Fortini prende la penna in mano,
esterna il proprio sentimento contro l'esplosione di una delle
tragedie umane che di secolo in secolo non cessano di vessare la
storia: nascono le Sette
Canzonette del Golfo.
Da poeta Fortini usa i mezzi a lui concessi dalla sua arte per
esprimere il proprio dissenso, ma i versi di un poeta mai serviranno
ad assolversi. Nel reticolo delle concause della vita, malgrado
l'apparenza, siamo tutti colpevoli.
Lontano
lontano si fanno la guerra.
Il
sangue degli altri si sparge per terra.
Io
questa mattina mi sono ferito
a
un gambo di rosa, pungendomi un dito.
Succhiando
quel dito, pensavo alla guerra.
Oh
povera gente, che triste è la terra!
Non
posso giovare, non posso parlare,
non
posso partire per cielo o per mare.
E
se anche potessi, o genti indifese,
ho
l’arabo nullo! Ho scarso l’inglese!
Potrei
sotto il capo dei corpi riversi
posare
un mio fitto volume di versi?
Non
credo. Cessiamo la mesta ironia.
Mettiamo
una maglia, che il sole va via.
Franco
Fortini – pseudonimo di Franco Lattes – è nato a Firenze nel
1917 dove ha compiuto i suoi studi in giurisprudenza e in lettere. A
Firenze, centro nevralgico della cultura italiana tra gli anni '20 e
gli anni '30 del Novecento, entrò in contatto con i protagonisti
della stagione dell'Ermetismo e con i maggiori intellettuali del
periodo prebellico come Montale, Noventa e Vittorini. Di madre
cattolica e padre ebreo, fu espulso dall'organizzazione universitaria
fascista a causa delle leggi razziali trovando poi rifugio in
Svizzera. Partecipò nella Resistenza in Val D'Ossola, lavorò poi
dal 1948 al 1953 per l'Olivetti continuando in seguito a collaborare
per l'azienda come copywriter fino
agli anni '60. Fu redattore per riviste e quotidiani tra cui il
«Politecnico», «L'officina», «Quaderni Rossi», «Il Corriere
della Sera» e il «Manifesto». Nel 1985 gli è stato conferito il
Premio Montale-Guggeneheim per la poesia. Ha svolto inoltre il
ruolo di consulente editoriale, sceneggiatore, traduttore e docente
universitario. È morto a Milano nel l994.
Rubrica a cura di Serena Mauriello
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