Laude
Un
cantico al connubio, mai scordato e ancora nitido tra un darsi e amarsi, oltre
il limite di quel che l'umana carne ode.
Ancora bramata su steli di voluttà,
m'adorno al fasto di tribali movenze,
quasi astruse irrompono nei silenzi d'un
Ottobre silente, ed or giacciono in eco magistra.
Mani, arse di gloria su corpi in estasi,
ch'io miro e vivo, che acclamo e battezzo,
mentre tu, nativo al seme novello, di me
fai nobile ancella e pargola al risucchio.
Amanti e sordi, di rimbombi incuranti, io
e te, stirpe d'amore s'un talamo perenne.
D'un bacio ne ho ricordo, del gusto ancor
odo il sapore, d'inebrio ne ho vita,
bagnata ancora una volta dal lattescente
tocco di chi, vittoria seppe darmi. Ed io ti lodo!
Lascivia ed Estasi, Enrica Meloni
"Il possesso non è solamente un istinto animalesco o maschilista, ma la conseguenza della cura nel tempo: sono 'tue' le carni che sai valorizzare nella conoscenza, nel sesso, nell'amore".
Dacché si presagì febbre e ristoro,
l'ebbrezza dell'amarsi ci sorprese.
Le tue carni, lo sai, si sono tese,
spogliandosi dell'intimo decoro.
La lingua ad inseguire litanie,
ginocchia troppo scomode sui ceppi ...
... dapprima di quell'attimo che t'ebbi,
le tue carni, lo sai, sono le mie.
Scoprivi insieme quello che già seppi,
seguendo l'urlo ottuso della sete.
Nella passione delle notti liete,
le tue carni, lo sai, come le crebbi.
PornoScorrect, Gianfranco Domizi
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