mercoledì 26 novembre 2014

AsSaggi di Letteratura di S. Mauriello: Come la carta stampata, Sulla letteratura murale



«Il muro è la pubblicità che si sottrasse sempre alla censura» affermava Carlo Dossi nella n° 1766 delle sue Note Azzurre. Perché i muri sono carta bianca per esprimere il proprio dissenso, sono il baricentro dell'umore politico, tela da riempire per gli spiriti d'opposizione. Se ci si può sottrarre alla lettura di un libro, una scritta sui muri non può essere non letta. È lì per catturare gli occhi di chi non vuol guardare, ma per il suo carattere etereo sa di non poter essere eternamente.
Qual è la percentuale dei muri scritti in Italia me lo sono spesso domandata, allungando lo sguardo per strada fatichi a trovare candore sulle pareti in mattone. Dietro quegli ACAB che firmano come un inciso i graffiti dei writer metropolitani di turno qualcosa dovrà pur esserci. Non sono qui per disquisire sulla correttezza di un gesto che potrebbe da alcuni esser definito improprio, ma quanto il suo uso sia stato fondamentale per la storia del costume e non solo. A illuminarmi, un saggio di Anna Scannapieco, Patriota chi legge. Tutto quel turpiloquio, quel non voler riscattare alcuna catarsi estetica di un AI TEDESCHI UNA MERDA IN BOCCA oltre alle grasse risate e alle boccucce storte di qualche ben pensante oltre che di qualche lettore di origine germanica (e qua mi scuso con gli eventuali permalosi) assume ben altro significato se si pensa che campeggiava sui muri della Milano del 1847, la Milano risorgimentale che in sé mesceva il desiderio di farsi indipendente. L'intelligenza popolare è sintetica, diceva Montanelli, con un viva o un giù può riassumere grandi insegnamenti. Solinas l'ha confermato in Verona e il Veneto nel Risorgimento, i muri «sono un'infallibile barometro politico poiché con i loro abbasso ed evviva segnano per i governanti il bello e il cattivo tempo». Eppure quello che può essere uno strumento del popolo è stato più volte manovrato da chi ci aveva visto lungo. Dell'uso che il fascismo ha fatto della letteratura murale ne restavano i segni nelle campagne di Viterbo. Il Regime ne fece ampio uso, come ricorda Cordona nel saggio Culture dell'oralità e cultura della scrittura, «graficamente c'era un canale largamente funzionante, quello degli slogan mussoliniani epigrafati con solennità grafica su edifici pubblici e privati». Apparivano improvvisamente soprattutto in aziende agricole dove lavoravano permanentemente un ampio numero di lavoratori della terra, menti che più di tutte erano terreno fertile e facilmente manipolabile per la propaganda. Quello che all'apparenza era un gesto dettato dalla spontaneità popolare, era il primo mass-media manipolato dalla dittatura fascista. Paradossalmente, si fingeva libertà di espressione popolare nel momento in cui la si reprimeva. Tuttavia un'arma troppo usata finisce per sbeccarsi: come ricorda la già citata Scannapieco «proprio la martellante esuberanza della letteratura murale fascista dovette, con effetto boomerang, incentivare la rieducazione degli italiani all'uso contestativo delle scritte».
Ma che sui muri non ci sia censura è una verità profondamente relativa, se non una mezza verità. La storia della letteratura murale è segnata di scritte incise e poi rimosse. Non sono solo i writer del duemila a scappare dalla polizia in palpitanti corse notturne. Eppure la letteratura murale deve la sua permanenza nella storia proprio grazie al suo più acerrimo nemico. È dagli archivi della polizia che arrivano le testimonianze di quelle parole non concesse alla pubblica stampa. Quelle stesse parole prima rimosse e poi prontamente registrate in faldoni poi ricoperti di polvere. Lo sapeva bene Montale quando l'11 settembre 1943 scriveva una poesia pubblicata poi il 16 ottobre 1944 sul quotidiano fiorentino «Nazione del Popolo». Quel baffo buco – e scusatemi la volgarità necessaria – è quel frocio di Hitler.

Sugella, Herma, con nastri e ceralacca
la speranza che vana
si svela, appena schiusa ai tuoi mattini.
Sul muro dove si leggeva MORTE
A BAFFO BUCO passano una mano
di biacca. Un vagabondo di lassù
scioglie manifestini sulla corte
annuvolata. E il rombo s'allontana.


Serena Mauriello

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti piace il modo in cui parliamo del mondo... SHARE!

Alcune delle foto presenti su questo blog potrebbero esser prese da internet. In caso ne rivendicassi il copyright, invia una mail a tutumversi@gmail.com e saranno immediatamente rimosse :)

SI ai suggerimenti, NO agli insulti.

Buon viaggio lettore!

Tags

#Museumweek (1) 1800 (1) 2014 (1) 2016 (1) aborto (2) alda merini (3) ALEComics (1) alessandra racca (2) alessandria (1) alessandro da soller (2) alfonso gatto (1) Amsterdam (1) animali (1) anna frank (1) anni settanta (1) appuntamento con l'arte (2) archivi storici (1) Ariosto (1) arno minkkinen (1) arrigo boito (1) arte (27) arte di strada (1) articoli (10) AsSaggi (26) attualità (17) BCM15 (1) big data (1) Boccaccio (2) BookCity (1) Boucar Wade (2) brecht (1) bucarest (1) Burkina Faso (1) california (1) calligrafia (1) Calvino (1) Capuana (1) carla lonzi (1) chris morri (1) Cile (1) Cilento (1) cindy sherman (1) cinquantacinque (8) circo (1) colore (1) congo (1) Corbaccio (1) Corrado Govoni (1) Cortazar (1) cyberazzismo (1) d'annunzianesimo (1) dante corneli (1) data journalism (1) dialetti (2) dialetto in versi (1) diane arbus (1) Dino Buzzati (1) disegno (3) editoria (1) editoriale (2) elisa pocetta (1) eric pickersgill (1) eugenio montale (2) eventi (8) fede zeta art (2) Federico Garcia Lorca (1) festival (2) festival del fumetto (1) festival Internazionale (1) Festivaletteratura (1) fiore flex ranauro (3) flex (2) fotogiornalismo (2) Fotografia (26) francesca woodman (1) freak (1) fumetto (7) furto (1) gabriela mistral (1) Gabriele d'Annunzio (1) Gadda (1) Gesuino Curreli (1) gianfranco domizi (31) giornalismo (4) Giovanni Della Casa (1) giveaway (1) golan haji (1) graffiti (1) guillermo mordillo (1) hugh holland (1) il venerdì (33) incivil metrica d'amore (3) interviste (7) islam (1) Itinerari Culturali (3) Itinerari Letterari (8) Jacopo Naddeo (9) jacques prévert (1) kurt arrigo (1) la marcia scalza (1) LaLux Joie (1) lavoro minorile (1) Letteratura (19) liberia (1) maestra poesia (23) mafia (1) manifestazioni (1) Mantova (1) mare (1) marta cortese (1) martina capozzi (4) Marzia Schenetti (6) mcmafia (1) medioriente (1) migranti (2) milano (1) mostra del cinema di venezia (1) mostre (6) narrativa scelta (1) New York (1) NoExpo (2) nohatespeech (1) NoTriv (1) palermo (1) paolo bianchi (1) parlarte (1) Pasolini (1) peaceforparis (1) Pietro Bembo (1) pillole d'Africa (2) Pinocchio (1) playmen (1) pocci (1) poesia (31) poesia femminista (2) poesia nera (1) poesiarte (3) poesie contro la guerra (1) poesie nuove (1) poeti in pillole (5) poeticamente viaggian (1) politica (5) pop (1) porn to be free (1) pornografia (2) Pratt (1) primavera (2) Qahera (1) quasimodo (1) Quintessenza (1) racconto (2) raffaele pisani (2) recensioni (4) Reportage (2) restart roma (1) ringraziamenti (1) Ritratti (1) rivoluzione della rete (1) roma (2) rosalba cutrano (1) Saba (2) sailing (1) salone editoria sociale (1) salotto erotico italiano (1) Sandro Penna (1) sartoria utopia (1) satira (2) self-portrait (2) serena mauriello (4) Sergio Etere (1) settimana maestra (5) settimana politica (17) sharing economy (1) silvia grav (1) siria (2) skateboarding (1) social (1) speciale feste (7) speciale natale (9) stalking (1) steve mccurry (1) street art (3) teatro (2) Trilussa (2) Turchia (2) tutte (172) tutti (74) tutùm narrativa (10) Tutùm teatro (4) underwater photography (1) urban exploration (1) urbex (1) varese (1) verona (1) Viaggi estivi (3) viaggiare (2) vignette (7) writing (1) Yener Torun (1) Zanzotto (1)