venerdì 19 dicembre 2014

[Eventi] Il vino, la cultura, l’indipendenza. A San Lorenzo si accende “Livre”, il festival dei vini e libri indipendenti

Un amico, un giorno, mi ha detto che l’unico modo rimasto a noi cittadini per “votare davvero” è  quello di scegliere consapevolmente ciò che consumiamo. Conoscere il modo in cui un oggetto è stato prodotto, entrare in contatto con le sue origini e avere un’idea sulle intenzioni di chi gli ha dato forma è un elemento essenziale, ma spesso invisibile agli occhi: tra gli scaffali e le vetrine di supermercati e centri commerciali, infatti, il gran peso della “quantità” ha finito per schiacciare definitivamente il concetto di “qualità”, e scegliere criticamente quello che si acquista, senza una preparazione, è diventato pressoché impossibile.
Ma in Italia esistono aziende che riescono ad uscire dalle logiche del mercato mainstream, che unite attorno a un insieme di princìpi fondamentali scelgono di prestare attenzione ad ogni fase della produzione con un obiettivo fondamentale: quello di rimanere indipendenti.
Ed è proprio il concetto di indipendenza che fino a domenica prossima accende l’atelier autogestito Esc di San Lorenzo: sulle note di prodotti enogastronomici ed editoriali provenienti unicamente da aziende libere, il centro sociale romano si fa palcoscenico della terza edizione di “Livre”, il festival dei vini e libri indipendenti.

Le radici di Livre si insediano nel mondo della cultura e dell’enogastronomia circa dieci anni fa, quando una serie di vignaioli indipendenti, uniti attorno al manifesto “Terra e Libertà”, decidono di mettersi assieme in una grande fiera di
prodotti selezionati e di qualità. Negli anni l’evento si evolve, i partecipanti crescono e gli espositori anche.  Alla fine, con “Critical Book&Wine”, si arriva alla forma più recente di quello che da tre anni è “Livre”: una vera e propria fusione di cibi, vini, libri, musica e dibattiti tutti orientati alla consapevolezza di ciò che si consuma, che appunto, secondo il mio amico, è il  vero presupposto della libertà.

Esc è uno spazio grande e ben disposto. La fiera, con la collaborazione di trentasei case editrici indipendenti e diciassette aziende vitivinicole provenienti da tutta Italia, si estende tra il bar, in cui vengono serviti calici, bottiglie e taglieri, e quattro grandi stand stracolmi di volumi. C’è una saletta in cui si tengono dibattiti e presentazioni di libri e affianco alle bancarelle, sopra una lunga schiera di tavolini, lo spazio dedicato al dj set. 
Ciò che viene fuori è un ambiente rilassante, che prende vita tra jazz, musica elettronica e tante, tante persone.

La prima cosa che mi sono chiesta è in che modo libri e vini possano incontrarsi sotto al concetto di indipendenza: “Alla base sia della produzione vinicola che di quella editoriale – mi ha risposto Serena, una delle organizzatrici dell’evento – ci sono una serie di conoscenze che condividono molti punti importanti: le scelte alla base della produzione di un vino, dall’utilizzo delle materie prime fino alla distribuzione,  sono parallele a quelle che fa l’editore quando pubblica un testo. Anche qui entrano in gioco idee, ‘materie prime’, distribuzione consapevole e tutti quei problemi connessi alla difficoltà che i più piccoli hanno nel raggiungere il cliente”. 

Terra e Libertà è il primo manifesto per vignaioli atto ad “autocertificare” la qualità delle aziende aderenti, contrarie alle logiche di mercato dell’industria che troviamo tra gli scaffali dei supermercati: il testo, ci spiega Serena, ruota tutto attorno a una serie di princìpi che fanno leva soprattutto sulla condizione dei lavoratori, l’uso dei prodotti a chilometro zero, il rispetto della terra e dei metodi di produzione e i circuiti da scegliere o meno nel momento della distribuzione. E allo stesso modo si battono gli editori che hanno scelto di partecipare all’esposizione, agendo e “prendendo posizione” attorno al Manifesto dell’Osservatorio degli editori indipendenti (Odei): “Un gruppo di editori – si legge nel manifesto - che assistono alla strage delle librerie storiche, alla continua erosione delle loro condizioni di sopravvivenza, al venir meno di un terreno culturale sul quale costruire qualcosa di solido, o comunque sul quale immaginare un futuro”.

La programmazione degli appuntamenti che hanno acceso e accenderanno i dibattiti durante l’evento è stata interamente curata dai ragazzi di Esc: mercoledì, primo giorno di fiera, si è tenuta la presentazione del libro “La
dittatura dello Spread. Germania, Europa e Crisi del debito” di Alessandro Somma e proiettato il cortometraggio “Dall’altrove”; ieri, tra un concerto blues, folk e spirituals, una degustazione e un reading di poesia, si è parlato del libro “Briganti o Emigranti. Sud e movimenti tra conricerca e studi subalterni”, e tra oggi e domenica, oltre ad altri concerti, presentazioni e degustazioni, si terrà un dibattito sul perché dire no alla grande esposizione universale che invaderà Milano nel 2015: “NO EXPO! Cibo, territorio e conflitti”.

Non solo, dunque, esposizione alla stregua di fiere appena tenutesi in giro per l’Italia – come Più libri più liberi di Roma o Fruit Exhibition di Bologna -, ma creazione di un terreno comune di lotta in cui, tra il “toccare” con mano il concetto di indipendenza e l’apprenderlo, si concretizza l’obiettivo principale di Livre, che è “da un lato quello di diffondere una coscienza critica rispetto al consumo del vino e a quello della cultura – conclude Serena – dall’altro, quello di stimolare le persone a ragionare su dove comprano e soprattutto su cosa comprano”. Livre, in maniera originale e assolutamente alternativa, vuole far sapere che esistono modi alternativi per scegliere come “votare” - sempre parafrasando il mio amico -. Che esistono persone capaci di emergere nel mercato grazie a filiere assolutamente indipendenti.

Giulia Capozzi
(@giulscapozzi)





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