A sud di Damasco c'è un piccolo sobborgo in cui, in una cantina, più di undicimila libri resistono ai bombardamenti aerei da più di tre anni. Daraya sorge in una posizione drammaticamente strategica: la sua vicinanza all'aeroporto militare di Mezzé la rende soggetta a continui raid dovuti all'assedio di Bashar Al Assad. A Daraya si vive nella costante attesa della prossima esplosione, e così il tempo si dilata perdendo ogni senso. Se la quotidianità fatica ad andare avanti, è scontato immaginare quale sia il destino degli eventi e dei luoghi culturali in un contesto del genere. E' dall'ennesimo vuoto causato da quelle distruzioni che un gruppo di attivisti ha portato avanti un'iniziativa in grado di donare un senso alle giornate trascorse tra la polvere: recuperare i libri tra le macerie e portarli al sicuro in una cantina.
"Per ogni libro annotavamo in quale casa distrutta era stato ritrovato, così da poter identificare il proprietario" racconta uno dei ragazzi impegnati nel progetto, Abu Malek a Les Observateurs raggiunto grazie all'iniziativa di un gruppo di fotografi di Humans of Syria. Dal semplice tenere al sicuro i libri si è passati presto a qualcosa di molto più ampio. I più di undicimila volumi sono stati catalogati in ordine alfabetico e suddivisi per tematiche, l'ambiente inizialmente cupo è stato riadattato in una vera sala lettura con sedie e tavoli. Non più solo un luogo di conservazione, ma un piccolo angolo di mondo al sicuro dagli incubi della realtà in cui incontrarsi e parlare delle proprie letture, far rinascere non solo la cultura ma la passione per la cultura, dove poter condividere i propri pensieri e le proprie idee con l'altro.
Molti libri sono in arabo, ma ce ne sono anche in lingue straniere, trattano di tematiche più varie: dalla filosofia, alla narrativa, alla teologia. Una vera e propria rivoluzione della carta grazie all'opera di Abu Malek e dei suoi compagni che finalmente hanno ritrovato un modo per affrontare la storia senza rassegnarsi, "ho trovato uno scopo nella mia vita: la creazione di questa biblioteca. Non passo più giorni interi tra la noia e la paura di nuovi bombardamenti. Ora do consigli a chi viene a cercare un libro e discutiamo insieme delle nostre ultime lettere. Ma ci mancano ancora i soldi".
Serena Mauriello
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