«Ma tu continua a consumarlo, il dorso della mano,
a consumarlo con le dita,
Zanzotto amico,
tu che non chiedi pietà, non è vero?
tu che vuoi verità a costo di non essere.»
Franco Fortini
Andrea Zanzotto, Equinoziale,
in Dietro il Paesaggio (1951)
La pianura è sepolta
nelle luna dei monti
e il vento umile tocca
i giardini ai cerei recinti
dove il mare si è fatto
un'aiola tenera e fredda
e dove l'uva greve
si è volta all'occidente
così che appena regge
con festoni le notti solinghe.
L'equinozio insensibile
ha chiamato le ombre
e le cose concrete
a vita eguale
e già tutte le ciba
della sua dolce fibra.
Dagli stemmi sbiaditi di settembre
escono vaghi animali
a scegliere liquida uva
e un roseo sonno
li assottiglia tra spine.
Gli uccelli vigilano
le rugiade nei recessi nell'alba;
celeste dono del silenzio è il mondo.
Ritratti, Andrea Zanzotto
Marco Paolini, Regia di Carlo Mazzacurati 2009
A cura di Serena Mauriello
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