mercoledì 14 ottobre 2015

[Narrativa Scelta] - Versi in prosa: L'Orlando Furioso di Ariosto raccontato da Italo Calvino


«L'Orlando Furioso un'immensa partita di scacchi che si gioca sulla carta geografica del mondo, una partita smisurata, che si dirama in tante partite simultanee. La carta del mondo è ben più varia d'una scacchiera, ma su di essa le mosse d'ogni personaggio si susseguono secondo regole fisse come per i pezzi di scacchi»
Italo Calvino



Consigliare L'Orlando Furioso di Ariosto è una scelta rischiosa, ma mi voglio prendere la responsabilità di accettare la sfida e portarla a termine partendo da un piccolo aneddoto universitario. Quando ho seguito il mio primo corso di letteratura italiana, arrivati all'Ariosto il professore disse che la trama dell'Orlando è troppo vasta e complessa per essere riassunta in poche frasi e, con la maestria di chi ha studiato i grandi retori classici, la glissò in un balzo semplicemente chiudendo la questione sottolineando le grandi abilità narratorie del poeta. C'è stato però qualcuno in grado di farlo, capace di riassumere quella trama composta da mille fili intricati in soli tre periodi. Si tratta di Italo Calvino, e a lui lascio la parola.
L'Orlando Furioso, illustrazioni di Gustave Dorè
Tema principale del poema è come Orlando divenne, da innamorato sfortunato d'Angelica, matto furioso, e come le armate cristiane, per l'assenza del loro primo campione rischiarono di perdere la Francia, e come la ragione smarrita dal folle (il recipiente che conteneva il suo senno) fu ritrovata da Astolfo sulla Luna e ricacciata in corpo al legittimo proprietario permettendogli di riprendere il suo posto nei ranghi. Tema parallelo è quello degli ostacoli che si sovrappongono al compiersi del destino nuziale di Ruggiero e Bradamante, finché il primo non riesce a passare dal campo saraceno a quello franco, a ricevere il battesimo e sposare la seconda. I due motivi principali s'intrecciano alla guerra tra Carlo e Agramante in Francia e in Africa, alle stragi di Rodomonte a Parigi assediata dai Mori, alle discordie in campo d'Agramante, fino alla resa dei conti tra il fior fiore dei campioni dell'uno e dell'altro campo.

Lo so, si tratta di tre periodi molto lunghi e complessi, certamente divisibili in parecchie frasi, ma son sempre tre periodi. Il discorso è che io voglio consigliarvi una versione particolare del grande poema in ottave cinquecentesco: Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino.
Abbiamo tutti studiato l'Ariosto alle superiori, eravamo in
L'Orlando Furioso, Illustrazioni di Gustave Dorè
quarto liceo e mentre la professoressa spiegava aspettavamo il suono della campanella che mettesse fine a quel supplizio in rime tutte da parafrasare, con quella lingua così lontana e quegli esercizi di analisi del testo che ci guardavano arcigni dalla fine della pagina. A qualcuno sarà pure piaciuto, ma senza dubbio sono stati veramente pochi quelli che hanno avuto la voglia di leggerlo una volta finiti i compiti per casa. Calvino è riuscito a sradicare l'Orlando da questo immaginario e restituirgli nuova vita.
Si tratta di un poema cavalleresco in ottave, un genere lontanissimo dalle letture abituali di oggi. Con l'amore che si ha solo per il proprio libro preferito, Calvino ha scelto una selezione delle ottave ariostesche riordinandole secondo un
L'Orlando Furioso, Illustrazioni di Gustave Dorè
proprio percorso di lettura. I mille scenari che si alternano, le vicende, i casi che si susseguono nella versione originaria, ora sono presentati distintamente. Il caos del mondo ritrova un suo ordine, insomma Calvino segue separatamente tutti quegli intrecci narrativi. Scioglie i nodi della narrazione, ma poi tutto torna di nuovo alla sua unità, il finale di tutte quelle storie è solo uno. E tra un'ottava e l'altra la voce di Calvino e quella di Ariosto si alternano, è una storia raccontata da due narratori, in due tempi, in due mondi, ma solo una storia. Ecco perché leggerlo, è solo una storia, ma meglio di così non poteva essere raccontata.
L'Orlando Furioso, Illustrazioni di Gustave Dorè


Serena Mauriello

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