Si comincia con una rubrica nuova e tutta dedicata ai poeti contemporanei. Partiamo con Alessandra Racca, che ci ha regalato un'intervista e due poesie: Requiem di Primavera e Invettiva contro la depilazione.
Dalla pagina Facebook di Alessandra |
Conosciuta anche come La signora dei calzini, Alessandra Racca è una poeta, performer, organizzatrice, presentatrice e concorrente di numerosi poetry slam. Dal 2008 porta i suoi reading in giro per l'Italia collaborando con musicisti (ma soprattutto musiciste) ed altri artisti. Le sue poesie, prorompenti e poeticamente POP, sono state pubblicate in rete, in antologie collettive e nelle raccolte Nostra Signora dei Calzini (2008, Ed. Seed), Poesie antirughe (2011, Neo Edizioni) e L'amore non si cura con la citrosodina.
Qualche mese fa avevamo messo in palio la sua ultima raccolta in un giveaway, oggi ve la facciamo conoscere meglio.
1. Ti definisci una poeta o una poetessa?
Mi definisco
una che scrive poesie.
Fra poeta e poetessa preferisco poeta, anche se all'orecchio mi suona male.
2. Nella quotidianità, preferisci ispirare o essere ispirata?
Essere ispirata.
Anche essere iNspirata, non è male se chi ti inspira ti piace.
Ispirare può essere gratificante, ma dipende cosa ispiri.
3. Quali sono i tuoi modelli poetici, presenti passati o futuri?
Questa è la domanda a cui non so rispondere mai.
Leggo un mucchio di roba, macero tutto, ne rimango confusa e felice.
Da sempre.
Ora è così.
E penso che sempre sarà.
4. Quando, come, in che dosi un lettore deve autosomministrarsi la tua poesia?
Due volte al dì dopo i pasti, è una formula sempre rassicurante per gli ipocondriaci come me.
Ma forse non va bene.
Direi quando gli va.
Poi io ho un metodo per vedere se una poesia fa effetto (a me): la leggo quando ho l'apatia, quando mi sento annoiata dalle cose di tutti i giorni, quando sono stanca. Se dopo aver letto ho più energia e il cervello ricomincia a mostrarmi cose interessanti attorno e dentro di me, per me vuol dire che quella poesia vale qualcosa.
Allora mi piacerebbe molto che i lettori provassero a vedere se le mie poesie fanno quell'effetto lì, in quelle circostanze lì.
Se così è, allora io sono felice di fare ciò che faccio.
5. Il titolo della raccolta che riscriveresti mille e una volta?
Mia?
Poesie antirughe.
6. Il titolo della raccolta che non scriverai mai?
Ho capito, questa domanda è un tranello!
Per vedere se capivo che è impossibile rispondere.
Ho capito.
Cosa si vince?
Requiem di primavera
E' impossibile ricordare
delle prime volte che muori
è così per tutti
si inizia a morire subito
di buio di fame e di paura
i neonati muoiono spesso
hanno morti fameliche
li rinasce il latte
sono piccoli animali
gli adolescenti intuiscono tutto
alcuni vivono morti sfarzose
poi scordano in molti
perdono insieme bellezza e terrore
la gente adulta spesso non vuole sapere
è pieno di morti viventi là fuori
scritta nel dna
la legge è semplice e crudele
nessun paradiso solo la vita
si rinasce se si impara a morire.
Invettiva contro la depilazione
Sei violenta
e innaturale
e inutile
e non riesco a fare a meno di te
ti odio
perché mi piaccio
come piaccio a questo secolo
liscia
Ma sappi
puoi cambiare il mio corpo
non me:
ho un'anima villosa
sempre ricrescerà.
A cura di Serena e Giulia
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