Tra desueti mugugni or si vive; tremuli ed ebbri, al cantico
suadente s'osa.
Di noi, olezzi e Muse, annali e vespri tra imperiture carni
al di di sorgiva gloria.
Gusto d'un fallo estroso, s'una bocca ancor viva, avvezza al
sapor regale.
Estatica brama di maschie nervature, innalzate alla foga su
pie papille.
Ludo d'una fellazio che mai riposta, e di candor d'uomo
il tempo disseta il suo ardire
Lascivia ed Estasi, Enrica Meloni
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