giovedì 7 aprile 2016

[Arte] - Imitazione e copia: l’influenza di anonimi, copisti e allievi

Da Caravaggio a Rembrandt per scoprire l'importanza di copie e imitazioni all'interno del mondo dell'arte, la mitizzazione dei suoi protagonisti e imparare a cambiare il proprio punto di vista.


Caravaggio, Maria Maddalena in estasi

Il ritrovamento nel 2014 di un’altra Maddalena in estasi di Caravaggio – l’ottava – aprì un grande dibattito nel mondo dell’arte. Ma Mina Gregori, allieva di Roberto Longhi nonché massima esperta vivente di Caravaggio, dichiarò con assoluta certezza che quest’opera fosse quella autentica.
A due anni di distanza il quadro è ora in mostra: la famiglia europea proprietaria – che ha scelto l’anonimato per proteggere la collezione – ha deciso di
prestarla al Giappone per la più grande esposizione sull’artista mai organizzata fuori dal nostro paese “Caravaggio e il suo tempo: amici, rivali e nemici”, che si terrà al National Museum of Western Art di Tokyo dal 1 Marzo al 12 Giugno 2016.
I bari di Caravaggio, opera già copiata
La tesi della Gregori – per quanto ancora discussa – si basa sulla lettura del quadro (soggetto, posa, colore, chiaroscuro, pennellata…) e su un indizio di grande impatto: un foglietto dietro al dipinto con grafia seicentesca che recita: "Madalena reversa di Caravaggio a Chiaia ivi da servare pel beneficio del Cardinale Borghese di Roma".
Il discorso che mi preme affrontare non è tanto l’attendibilità o meno di tale tesi, ma l’importanza di copie e imitazioni, pratiche diverse e vivissime soprattutto nelle botteghe del 1600, spesso sconosciute alla maggior parte del pubblico.
Vi siete mai chiesti perché – per gli estranei al settore – i massimi artisti mondiali si riducono a cinque, massimo dieci nomi?
Copie e imitazioni hanno in questa scalata verso la popolarità una funzione primaria.
La tendenza a proporre improbabili attribuzioni grandiose cambiando il valore di un quadro per ragioni di mercato è all’ordine del giorno. Ma a discapito di come possa sembrare, sono copie e imitazioni che ci hanno permesso di conoscere la grandezza di molti artisti e non gli originali.
Il cavaliere polacco (Ritenuto a lungo di Rembrandt, invece opera dell'allievo W. Drost) 
Nel secolo in cui visse e operò Caravaggio pittura e scultura erano considerati mestieri, per i quali il tirocinio formativo poteva durare fino a tre anni e senza, quasi sempre, alcuna retribuzione. Le abitudini di bottega e il numero di allievi variavano da paese a paese e seguivano la specificità della situazione e dei voleri del singolo artista che ne faceva capo. 
David suona davanti a Saul 
(ritenuto per anni di Rembrandt, 
invece sarebbe opera di un allievo)
Ricorrente era però l’esercizio degli allievi attraverso copia (identica) e imitazione (richiamo a soggetti e modi) non soltanto di busti e modelli dal vero, ma anche di maestri del passato (molte pose delle opere di Caravaggio sono chiari richiami a quelle dei maestri riconosciuti dal Rinascimento) e di opere dell’artista stesso. Gli allievi più promettenti, dopo un anno circa potevano addirittura firmare le opere con il nome dell’artista per cui erano al servizio, pratica che ha destato non pochi problemi nel mondo controverso delle attribuzioni.

Autoritratto, Rembrandt
Un altro artista di notevole fama, che operava in questo senso era Rembrandt.
A Rembrandt sono stati attribuiti nel corso dei secoli un migliaio di dipinti, che negli anni sono scesi a 630, 420 e secondo le attuali indagini del “Progetto di ricerca Rembrandt” in corso ad Amsterdam la cifra è ancora da ridimensionare.
Il numero delle opere degli allievi, fedeli o meno, che producevano all’interno delle botteghe dei grandi del 1600 (Caravaggio, Rembrandt, Velázquez, Vermeer, Rubens…) lontano dal rappresentare un’invasione dannosa alle operazioni di mercato tanto incidenti nel mondo attuale, si consacra invece cruciale per il mantenimento delle botteghe stesse e per la diffusione delle proprie modalità pittoriche. Il fenomeno e la popolarità di questi artisti e dei loro modi non convenzionali di fare arte sono vincolati a copisti, imitatori e persino falsari molto più di quanto ci venga permesso di credere.
Opera di Gerrit Dou,
 allievo di Rembrandt

La mitizzazione di un personaggio, della personalità egocentrica dell’uno già presente nel passato, diventa palese e viva nel presente, in cui l’informazione tenta di costruire un comodo – in quanto isolato e più soggetto alla paura e alla rabbia – ideale di umanità individualista e solipsistico.


Cambiare il proprio punto di vista permette così di allargare lo sguardo a realtà nascoste, che richiedono una cautela nuova e doverosa nei confronti di quei grandi nomi che hanno talvolta oscurato intere generazioni di artisti altrettanto talentuosi.



Greta Plaitano

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