Feste - Pare che a feste politiche che furono anche molto importanti, si partecipi sempre più malvolentieri, o divisi, o comunque ben distanti dagli ideologi che ci imbastiscono su la solita ricca retorica, ben distante dalle miserie attuali. Proprio per censire ed accompagnare questo "disincanto", anch'io mi sono volute "togliere" tutte insieme le feste politiche, in un'unica poesia. Insomma: "Me sò tolto il pensiero...
Per l'8 Marzo è cosa già prevista
che Laura si intervisti fra le prime,
poi parla la Mannoia e ci deprime,
se parla viceversa ci intristisce.
Il 25 Aprile, stelle e strisce
non sono state sole a far la storia,
qualcuno ci tirò pure le cuoia,
per un'Italia nuova e antifascista.
Raccontalo a Maroni l'organista
che il nostro tricolore non è arredo,
è uguale sia davanti che di dietro,
un po' come per lui sedere e faccia.
Il I Maggio più non ci si sbraccia,
al giovane gli basti il Concertone,
non si interromperebbe un'emozione,
ma viceversa c'è il sindacalista,
che grida alla gran piazza progressista:
"Compagni, siamo più di tre milioni".
Però trent'anni fa, con altri suoni,
a San Giovanni entravi in retromarcia.
Esperta di statistiche e di stime,
i numeri contesta la Questura.
Del resto, c'è qualcuno che li giura?
C'è un metodo di scienza o si fa a vista?
A Giugno con Pinotti l'arrivista,
un F-35 e qualche drone,
la Freccia Tricolore va in pensione,
per evitarci un'altra figuraccia.
Da Ottobre qualche festa si rintraccia
di santi, di defunti e di madonne.
E' l'ora del letargo e ognuno dorme,
non dormono mai i servi di regime.
Gianfranco Domizi
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