Alla vigilia di Pasqua ogni anno Nocera Terinese, cittadina arroccate sulle montagne calabre, onora la Vergine con il rito del sangue. I vattienti si autoflagellano le gambe con il cardo e la rosa, due strumenti in sughero e vetro, percorrendo l'itinerario devozionale insieme alla processione che porta con sé l'imponente Pietà lignea risalente al XIV secolo.
«L’unico pensiero ti appare là: nel momento in cui sei davanti la Madonna. Tu non vedi l’ora di raggiungere la Madonna. Nello stesso tempo, da quando si esce dal catuojio, fino a che non si arriva lì, c’è una forma di vero e proprio autoannullamento. Senti, avverti che c’è gente, fotografi davanti a te, ma non li vedi. Arrivato davanti la Madonna ci sono circa 1500 fedeli in processione, per me è come se non ci fosse nessuno. Li vedo dopo, al filmato che qualcuno mi regala, in dvd. E’ una forma di autoannullamento che va a salire, inizia da appena si esce, una prima parte quando incontro mia mamma davanti alla porta, allora là cominciano a riaffiorare i ricordi, penso a papà che è morto. Si accumulano una serie di cose in maniera rapida. Sono filmati che girano nella mente. Dinnanzi alla statua sparisce tutto»
Vito Curcio, vattiente