Dal referendum No-Triv al documentario "Porn to be free" di Carmine Amoroso, passando per la questione degli obbiettori di coscienza e l'ultimo rapporto Amnesty International su tecnologia e lavoro minorile, ecco le 4 tra le notizie della settimana che ci hanno fatto più discutere.
1.
Martedì 19 gennaio la Corte costituzionale ha dato il via libera al referendum sulla durata delle trivellazioni per l'estrazione di gas e petrolio nelle acque italiane. Il quesito, però, è l'unico debole "reduce" tra i sei proposti alcuni mesi fa da 10 consigli regionali.
Il 1 ottobre 2015, le regioni Abruzzo, Basilicata,
Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto depositano in Cassazione 6 quesiti referendari contro le norme sulla ricerca e l'estrazione di gas e petrolio nei mari italiani; l'azione si pone due obiettivi principali: annullare le facilitazioni normative sulle trivellazioni per la ricerca e l'estrazione (soprattutto quella relativa al divieto di trivellare entro 12 miglia dalla costa) ed evitare che le amministrazioni locali vengano spogliate, a favore del governo, dei loro poteri in materia di energia. A novembre 2015 la Cassazione definisce ammissibili tutti e sei i quesiti, ma alcuni fatti di dicembre cambiano le carte in tavola: con la legge di stabilità viene approvato il divieto alle trivellazioni entro 12 miglia dalla costa, e l'unico quesito che resta valido alla luce delle novità normative è quello sulla durata delle licenze alle società che, al momento, stanno effettuando ricerche nei giacimenti italiani (qui una mappa del Sole24Ore).
La volontà popolare, in sostanza, si esprimerà sul destino dei giacimenti italiani nel momento in cui saranno scadute le licenze alle società che oggi operano in alcuni di essi.
- Referendum sulle trivelle, 10 domande (e risposte) per capire - Coordinamento Nazionale No-Triv. Official page - Il piceno rischia di perdere le proprie vigne. No alle trivelle! |
2.
Dopo la pubblicazione di un rapporto che ricostruisce il percorso del cobalto estratto nella Repubblica Democratica del Congo in aree in cui il lavoro minorile è abbondante, Amnesty International e Afrewatch hanno chiesto a 16 grandi compagnie tecnologiche (tra cui anche Samsung ed Apple) di dimostrare che il minerale estratto nel paese africano non viene usato nei loro prodotti.
La Repubblica Democratica del Congo produce il 50% del cobalto mondiale. Tra i lavoratori delle miniere del paese, almeno 40,000 secondo Unicef sono bambini. Il report ha messo in luce come "attraverso l'azienda Congo Dongfang Mining (Cdm), interamente controllata dal gigante minerario cinese Zheijang Huayou Lts (Huayou Cobalt), il cobalto lavorato viene venduto a tre aziende: Ningbo Shanshan e Tianjin Bamo in Cina e L&F Materials in Corea del Sud. Queste ultime riforniscono le aziende che vendono prodotti elettronici e automobili."
Le organizzazioni hanno contattato 16 multinazionali che risultano essere clienti delle tre aziende sovra citate:
Secondo il direttore esecutivo di Afrewatch Emmanuel Umpula, il fatto che alcune delle più ricche e innovative aziende del mondo non sanno dove si riforniscono delle loro materie prime "è il più grande paradosso dell'era digitale".
3.
"On paper, Italy allows abortion, but few doctors will perform them" è il titolo di un articolo uscito sul New York Times lo scorso 16 gennaio: attraverso la storia di Benedetta, 35 enne di Ascoli Piceno, il giornale americano ha acceso ancora una volta i riflettori sulla questione dell'obiezione di coscienza, sulla difficoltà per le donne italiane di far valere il diritto all'interruzione di gravidanza previsto dalla legge 194.
Benedetta ha scoperto all'undicesima settimana di gravidanza che il feto aveva una grave malattia genetica. Ha chiesto al ginecologo di interrompere la gravidanza nel termine dei 90 giorni previsti dalla legge, ma il medico si è appellato all'obiezione di coscienza. Da questo momento, per Benedetta è iniziato un calvario alla ricerca di un medico che potesse aiutarla.
Nelle regioni italiane, la percentuale dei ginecologi obiettori di coscienza non scende mai del 50% e in regioni come Molise, Basilicata e Campania la percentuale arriva a superare l'80%. Sulla carta l'aborto è permesso, ma pochi medici garantiscono questo diritto.
4.
Il 30 gennaio 2016, al Festival del cinema di Rotterdam sarà presentato in anteprima mondiale "Porn to be free", il terzo lungometraggio del regista italiano Carmine Amoroso. Il documentario, prodotto per il grande schermo in maniera del tutto indipendente attraverso una raccolta fondi su IndieGogo, racconta la rivoluzione sessuale e la liberazione del porno avvenuta in Italia tra gli anni Sessanta e Ottanta attraverso le storie di personaggi come Lasse Braun, Riccardo Schicchi, Cicciolina e Giuliana Gamba, protagonisti di "battaglie contro censure, sequestri e ripercussioni politiche e di costume".
Il regista, entusiasta della partecipazione al festival di Rotterdam, ha affermato che non avrebbe mai pensato di aver "incontrato così grandi resistente e censure nel fare questo film, mi rendo conto che ancora oggi la parola porno spaventa. Per questa ragione, mi sembra ancora più necessario fare questo documentario".
I sostenitori del progetto su IndieGogo saranno i primi a poter vedere il film, ma anche a poter accedere a interessanti materiali sui temi trattati nel documentario.
Porn to be Free (Uncensored) from ZUTFILM on Vimeo.
A cura di Giulia
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