venerdì 9 ottobre 2015

[Attualità- Reportage] - Sognando Ferrara: un folle viaggio tra le frontiere di Internazionale

Eravamo partite da Roma alle cinque del mattino, con l’alba ancora lontana dal cielo e l’entusiasmo a mille, già in Emilia Romagna. Convinte di arrivare a destinazione verso le ore 10,00, non ci saremmo mai aspettate che tutta quella fibrillazione sarebbe stata spenta da una strada lunga, tortuosa e piena di peripezie: in autostrada un rimorchio si è staccato dal suo camion provocando ore e chilometri di traffico. Il solito ignoto inopportuno, in uno delle decine di Autogrill in cui abbiamo fatto tappa per rifocillare il cane, ci ha rubato l’iPhone tutto spaccato che ancora non abbiamo capito a cosa gli servirà. Per non parlare poi delle tensioni: e il traffico, e il telefono, e la stanchezza, e la delusione che non saremmo mai arrivate alle 10,30 per la rassegna stampa internazionale... 

Ma poi alla fine ce l’abbiamo fatta.
Il traguardo è stato tagliato non ricordo bene in quale fascia dell’ora di pranzo, e ai nostri occhi ha iniziato a concretizzarsi tutto ciò che sino a quel momento era stato desiderio e sogno: sulla sinistra i mattoncini medioevali del Castello Estense; ai suoi piedi, tra l’ombra dei piccoli ponticelli e lo spruzzo delle fontane, il quieto fossato che lo circonda; sull’altro lato i fiori viola e gialli che ornano la città di Ferrara e all’interno di questa pittoresca cornice tutta l’essenza del mondo giornalistico del Festival di Internazionale

Bancarelle di modernariato, enormi poster di decine e decine di copertine della rivista, gente di ogni età che viene e che va tra gli edifici che ospitano le conferenze e i workshop; e poi volti di giornalisti, fotografi e personaggi del mondo della cultura. Quelli su cui per anni avevamo fantasticato tra le pagine del nostro settimanale preferito.
“Ma tu ci credi che siamo a Ferrara?”, provo a chiederle riacchiappandomi un attimo dal gradevole turbamento che mi avvolge. Ma lei, che parla poco, è già scomparsa con la macchinetta tra l’ondata di persone che affollano il piccolo centro storico. 











 Il Festival di Internazionale a Ferrara ha la fama di essere uno dei più stimolanti eventi giornalistici d’Italia:tenutosi la scorsa settimana dal 2 al 4 ottobre, si pone da ben nove edizioni l’obiettivo di rappresentare un grande numero del settimanale “incarnato” per un week end in una serie di eventi.
Quest’anno il filo rosso che collegava gli oltre 173 appuntamenti non ha potuto che essere rappresentato dalla parola Frontiere, snodatasi lungo i tre giorni attraverso tutte le sue possibili sfumature.

Conferenze, seminari, workshop, interviste, documentari, presentazioni, concerti, mostre d'arte. Per ogni fascia oraria ci sono almeno 5 eventi tra cui poter scegliere, il visitatore è completamente sommerso dalla curiosità: cosa faccio? Dove vado? Qui! No qui. No anzi qui. No aspetta...

Le file sono affollatissime fin da un'ora prima dell'inizio delle evento, fanno sold out subito: "Se non ci sbrighiamo a ingurgitare tutta la piadina alla zucca - mi dice a un certo punto mia sorella - ci perdiamo pure la conferenza sul data journalism. Sbrigate!"
Chiediamo informazioni all'unica passante giapponese in giro per la città, che ovviamente non ha idea di cosa vogliano 'ste due tizie tutte sudate. Allora corriamo verso l'infopoint di Piazza Trento e Trieste, e dopo qualche spallata e un paio di ingiurie qualcuno ci dice in che modo arriveremo vive alla Sala San Francesco.






Ecco che a un certo punto, con le ore e le persone che ci passano davanti, comincia a delinearsi in noi un immaginario che non è più fantasia, ma realtà. Tutte quelle persone che diceva il programma sono vive, lì, che se voglio vado e gli do un bacio. 
"Magari stringigli la mano, che sennò se famo riconosce pure qua..."
Facciamo domande e immortaliamo moltissimi personaggi interessanti: il giornalista del The Guardian, che ci parla delle nuove frontiere del data journalism assieme alla redazione di Internazionale; il responsabile stampa di Medici Senza Frontiere, che ci racconta la criticità del superare un confine, quella che lui vive ogni giorno affianco a chi scappa dalle proprie terre; il foto giornalista che ha scattato l'immagine di apertura della settimana scorsa, emblematica rispetto ai nuovi modi del raccontare le migrazioni; il mitico Zerocalcare e molti, molti altri. E proprio come noi, centinaia di giovani incontrano tutti i protagonisti del loro immaginario politico e culturale.Questi giovani sono la comunità di lettori con cui ogni settimana condividiamo la rappresentazione del mondo che ci circonda, e ora che li abbiamo guardati in faccia, che li abbiamo conosciuti, che con loro abbiamo superato le invisibili frontiere della lettura per arrivare al confronto diretto, ci sentiamo piuttosto emozionate.



Da sinistra: Martina Recchiuti, di Internazionale; Jacopo ottaviani, giornalista freelance; Alberto Nardelli, di The Guardian 



Quattro studenti intervistano Zerocalcare

Asif Mohiuddin, blogger e giornalista vincitore del Premio Anna Politkovskaja 2015

Da sinistra: Francesco Zizola, fotografo; Francois Dumont, MSF; Valerio Cataldi, Tg2; Amir Nour, attore





Quando ce ne andiamo dal festival abbiamo perso un telefono, migliaia di calorie, qualche euro e tutta la pazienza che avevamo accumulato dal giorno in cui mamma, mansueta accompagnatrice della situazione, ci aveva detto che saremmo andate a Ferrara. 
Ma non c'è modo di elencare tutte le cose che abbiamo guadagnato da questa esperienza, tutti i tesori che gli spettatori di questo grande numero di Internazionale hanno potuto portare a casa. 
Tra le tantissime cose che abbiamo imparato, ci sentiamo in dovere di elencarne qualcuna in particolare, di tipo più pragmatico, soprattutto per tutti coloro che hanno in programma di visitare il Festival almeno una volta nella vita:

1. Informatevi sul programma molto prima di partire e studiatevelo bene: fatevi una mappa, selezionate eventi che siano temporalmente ben distanti tra loro per evitare di perdervi il vostro giornalista preferito, prenotate prima l'alloggio (più siete, meno spendete).

2. Se avete intenzione di partecipare a qualche appuntamento che richiede il tagliando per l'ingresso affrettatevi a mettervi in fila già dalla mattina presto. Finiscono ancor prima che possiate rendervene conto!

3. L'evento è quasi completamente gratuito, ma se avete qualche soldo da spendere potete partecipare a workshop veramente interessanti.

4. Vi consigliamo di pranzare piuttosto in fretta, e vi informiamo che da McDonald's non fanno la gustosissima, tipica piadina alla zucca!

5. Se vi resta una mattinata libera, fatevi un giro per i dintorni emiliani.... da mozzare il fiato.






A cura di Julia e Martina Capozzi







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