Solitaria al trastullo come memore nota d'umana eco;
di lascivia quel dito mio d'abbandono s'accoglie.
Impudica al vaneggio d'un sodalizio cinto d'etereo,
di leggiadro umore, al tatto sia veste d'un candido senso.
Come ancestrale uscio mi colgo cinta di brame.
Di antica laude, maturi tocchi, a nuovo uscio s'elevan.
Io, apocope nell'avvento del perché.
Or dimando mirando l'ora della risposta a Venire.
Odo, gemente, intrisa ed insazia, e te rammento in codesta me;
ebbra allo spasmo d'una vulva, or donna, or manna.
Ogni grado d'emozion si fregia,
ed io m'assaporo tra gocce d'orgasmo e lussuria oltre lo sguardo che
m'è lontano.
Lascivia ed Estasi, Enrica Meloni
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