Mi chiudo in solitudine e
ti ascolto
quasi che la tua voce mai finita
propaghi i suoi riverberi di vita
nel gorgo in cui mi trovo e mi rivolto.
Intonerai per me salmi lucenti
al dio che, so, comprende la preghiera
di chi non ha risposte e si dispera
nel buio impenetrabile di eventi.
Avrò un ritorno di eco
conosciuta
e un lume farà strada all' insicuro
procedere dei giorni in chiaroscuro
che sono all' ombra di un' età perduta.
Io sentirò il richiamo
prepotente
di immagini indelebili e concerti
suonati in anni in cui fummo scoperti
schiavi d' amore vergine e fervente.
Ora ripasso storie e le
coloro
con suoni che ritornano alla mente,
quando un brusio sommesso da ponente
rivolge al sole complimenti d' oro.
E in tutto quel rigurgito
brillante
di bronzo e di ramate scremature
un filo tesse morbide suture
tra la malinconia e il dì restante.
Così, così mi sciolgo e mi
addormento
come se nulla fosse già compiuto,
tendo l' orecchio e sto in attesa, muto,
che infine taccia pure lo sgomento.
Gesuino Curreli
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